Potenziale impatto del CETA sulle risorse e sui servizi idrici
Caro Europarlamentare
le sottoscritte organizzazioni firmatarie della presente, le chiedono di votare contro la ratifica del “Accordo Economico e Commerciale Globale” (CETA) tra la UE e il Canada, in quanto mette a rischio le risorse di acqua dolce e i servizi idrici su ambedue le sponde dell'Atlantico.
Dopo una approfondita analisi del testo del CETA e dello Strumento Interpretativo Comune, abbiamo riscontrato che diverse disposizioni nel CETA pongono serie minacce ai bacini idrici ed ai servizi idrosanitari nel Canada e nella UE:
-- L'acqua è inclusa nel CETA a dispetto di tutte le promesse che questa sarebbe stata esclusa dalle trattative e nonostante il parere del Parlamento Europeo espresso nella risoluzione dell'8 settembre 2015 a seguito dell'Iniziativa dei Cittadini Europei Right2Water (2014/2239 (INI), no. 22), in cui il Parlamento “invita la Commissione a escludere in modo permanente l'acqua e i servizi igienico-sanitari dalle norme sul mercato interno e da qualsiasi accordo commerciale”[1].
-- Le clausole dell'Art. 1.9 del CETA potrebbero portare ad una ulteriore mercificazione dell'acqua e ad un accaparramento da parte delle multinazionali. L'articolo afferma: “La parte che autorizzi l'uso commerciale di una fonte idrica specifica vi provvede in modo tale da rispettare le disposizioni del presente accordo”, senza definire cosa si intende per “uso commerciale” o “fonte idrica specifica”. Nel caso di “uso commerciale” i diritti sull'acqua sono soggetti alle regole del CETA sul commercio e gli investimenti. In special modo gli standard di extra protezione per gli investitori stranieri sugli investimenti (“Trattamento giusto ed equo” ed “Espropriazione indiretta”) potrebbero influenzare fortemente le modalità con le quali i diritti sull'acqua vengono garantiti dalle autorità e limitare la possibilità di queste ultime di rifiutare o limitare tali diritti, una volta che questi siano stati assicurati ad investitori stranieri. Si sono già avute controversie riguardanti i diritti sull'acqua in trattati simili (NAFTA[2], Energy Charter[3]) che si sono concluse con sentenze a favore degli investitori.
-- Le riserve all'Accesso al Mercato ed al Trattamento Nazionale adottate per i servizi di “raccolta, purificazione e distribuzione dell'acqua” non sono sufficienti a garantire una completa protezione. Sarebbe stato necessario introdurre le riserve sulla Nazione più favorita e sui Prescrizioni in materia di prestazioni. E anche se i servizi dell'acqua potabile sono stati inclusi nell'Annex II, a questi si applica ugualmente la protezione sugli investimenti[4]].
-- Solamente la Germania può applicare una riserva all'Accesso al Mercato per i servizi igienici (trattamento acque reflue, smaltimento rifiuti e servizi igienici). L'inclusione di tali servizi nel quadro delle disposizioni CETA per i restanti stati membri della UE è in contrasto con l'articolo 12 della Direttiva UE sulle Concessioni, che stabilisce che la Direttiva non si applica alle concessioni per lo smaltimento od il trattamento delle acque reflue[5].
-- La clausola di limitazione orizzontale adottata dall'Unione Europea per tutelare le “public utilities” non è sufficiente a tutelare i servizi pubblici. Essa da una parte non include le riserve sulla protezione degli investimenti o sul Trattamento Nazionale. Dall'altra la terminologia è ambigua, come per il termine “public utlities” che non ha uno specifico significato nella normativa internazionale, né un termine equivalente in quella della UE. Questa esenzione orizzontale non è mai stata sperimentata in un accordo di lista negativa o in un accordo con un paese che sia un rilevante fornitore di servizi pubblici interessato al mercato UE[6].
-- La cooperazione regolatoria e la protezione degli investimenti blinderebbero la privatizzazione dei servizi idrici e renderebbero impossibile ai governi di richiedere di ricondurre i servizi idrici pubblici sotto gestione pubblica, tendenza questa che sta crescendo in Europa.
-- Il CETA potrebbe limitare la capacità operativa delle compagnie idriche pubbliche in quanto i diritti sull'acqua sono trattati come investimenti e le riserve non coprono tutte le attuali e future attività che gli operatori pubblici devono espletare in accordo alla legislazione nazionale[7].
-- Nel CETA è assente un approccio basato sul principio di precauzione, che è un componente inerente alla legislazione UE. La cooperazione regolatoria potrebbe potenzialmente restringere lo spazio politico degli stati membri della UE. Ciò potrebbe avere grosse ripercussioni sulla salute, l'ambiente e la tutela delle risorse idriche.
-- Il CETA ignora la natura unitaria del ciclo dell'acqua, la limitatezza delle risorse idriche del pianeta e la natura multifunzionale dell'acqua negli ecosistemi[8].
Lo Strumento Interpretativo Congiunto non riesce a rimediare alle lacune dell'accordo e presenta un quadro irragionevolmente ottimista del CETA. Dal punto di vista legale nel testo non è riportato alcun obbligo o chiarimento al riguardo. Sapremo quale sarà l'effettivo potenziale delle disposizioni del CETA solo quando le decisioni delle autorità o degli operatori pubblici saranno chiarite in una fase ulteriore. Noi non possiamo correre questo rischio.
L'Unione Europea deve considerare l'acqua come un bene comune, e l'accesso all'acqua ed ai servizi idrosanitari come un Diritto Umano. Vi chiediamo di difendere gli interessi dei popoli d'Europa e del loro ambiente dalle minacce poste dal CETA votando in seduta plenaria contro la ratifica dell'accordo.
Blue Planet Project
Council of Canadians
European Water Movement
Food & Water Europe
Wasser in Bürgerhand
Cordiali saluti
[1] Risoluzione del Parlamento europeo, 2014/2239 (INI), no 22
[2] AbitibiBowater vs. Canada, importo pagato CAD $130
Commento all’Art.1.9 del CETA dal prof. Gus Van Harten
[3] Vattenfall vs. Germany, importo richiesto €1.4 billion, p. 23
[4] Krajewski, Markus (2016). Model Clauses for the Exclusion of Public Services from Trade and Investment Agreements.
[5] Direttiva 2014/23/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 26 febbraio 2014 sull’aggiudicazione dei contratti di concessione
[6] Krajewsky, Markus (2016). Op. Cit.
[7] Allianz der öffentlichen Wasserwirtschaft e.V., 2016. Wasserwirtschaft im Sog des Freihandels-CETA.
Prof. Laskowski, 2016. Rechtliches Gutachten zu möglichen Verstößen gegen Investitionsschutzregelungen des Freihandelsabkommens CETA durch Maßnahmen der kommunalen Wasserwirtschaft, ISDS, Schiedsgerichtsverfahren und Haftungsfragen.
Stadtwerke Karlsruhe, 2016. How water supply in Germany would be affected by the EU free trade and investment agreements CETA, TTIP, TiSA.
[8] Commento all’Art. 1.9 del CETA dal prof. Francesc La Roca