Super sfruttamento dell’acqua nel sud-ovest dei Vosgi da parte di Nestlé e Caseificio Ermitage

Una catastrofe ecologica annunciata, conflitti d’interesse evidenti che coinvolgono Nestlé

Le due società agro-alimentari, che consumano il 50% delle risorse idriche, sono all’origine di un cronico deficit di circa 1,3 milioni di metri cubi d’acqua all’anno da almeno 30 anni.

Tre associazioni ambientaliste che fanno parte della Commissione Locale dell’Acqua, denunciano le soluzioni proposte da tale Commissione: risparmio idrico delle famiglie, nulla per le imprese, e massicci trasporti d’acqua da 30 a 50 km (progetto affidato al Gruppo Suez). In quest’epoca di riscaldamento climatico nessun intervento è stato attuato sull’impatto ambientale e il Consiglio del Dipartimento dei Vosgi ha stanziato solo nel marzo 2016 il finanziamento per un primo lotto di lavori.

Nestlé Waters ha plasmato per Vittel un’immagine verde ma si comporta pure come un’impresa sfruttatrice: strategia di greenwashing da una parte, e controllo sulla politica dell’acqua del dipartimento dei Vosgi dall’altra. Infatti, la sua filiale Agrivair, si sta accaparrando i terreni agricoli, e vi installa agricolture “bio” per proteggere le sue aree di captazione. Numerosi sono i conflitti d’interesse: la consigliera dipartimentale presidente della Commissione Locale dell’Acqua è un’assessora del sindaco di Vittel ma soprattutto la moglie di un direttore ambiente di Nestlé Waters International che presiede pure la Vigie de l'eau. A quest’associazione, da lui fondata e costituita a cura di Nestlé, il Consiglio del dipartimento e la Prefettura hanno attribuito – in modo del tutto anomalo – la responsabilità del piano di gestione dell’acqua nel sud-ovest dei Vosgi. Nel consiglio di amministrazione di Vigie de l'eau siedono 6 membri su 11 che lavorano o hanno lavorato alla Nestlé.

Nestlé ha l’obiettivo di imbottigliare sempre di più per esportare a livello internazionale. Nel 1975 la società dell’acqua Vittel produceva 500 milioni di bottiglie d’acqua estratta dall’acquifero dei Vosgi, con 4500 addetti. Oggi la multinazionale produce più di 2 milioni di bottiglie grazie al super sfruttamento della falda dei Vosgi e impiega meno di 1000 lavoratori che prevede di ridurre ancora a 200 o 300. Il futuro economico dell’Azienda è roseo, ma è nero per il territorio di Vittel Contrexéville. Ora Vittel chiede di aumentare i prelievi dalla falda dei Vosgi, nonostante sia in cattivo stato, e minaccia altrimenti di chiudere la linea di produzione “Bonne source” estratta in quei luoghi, perché non sarebbe abbastanza redditizia, con conseguente licenziamento di 200 persone (come aveva fatto vendendo il marchio Quézac giudicato anch’esso non abbastanza redditizio).

Come non chiedersi il perché del silenzio Nestlé sul progetto d’interramento di scorie nucleari a Bure, situato a 60 km da Vittel, che rovinerebbe la sua immagine ambientalista, specie all’esportazione. Non esisterà per caso un qualche accordo tra la multinazionale e i pubblici poteri, per cui Nestlé non contesterebbe il progetto di Bure in cambio di un’autorizzazione a prelevare maggiori quantità d’acqua?

Fin dall’inizio del 2016, le tre associazioni ambientaliste presenti nella Commissione Locale dell’Acqua si sono costituite nel Collectif eau 88. Esso incontra grandi difficoltà a sensibilizzare l'opinione pubblica su questi problemi a causa delle forti resistenze dei poteri pubblici, degli eletti e dei mezzi d’informazione, malgrado le conferenze stampa, i dibattiti, le assemblee, una lettera aperta al Prefetto dei Vosgi e al Presidente del Consiglio del Dipartimento, un esposto al Procuratore della Repubblica per riuscire ad ufficializzare il conflitto di interessi. Di tutti i mezzi d’informazione nazionale contattati, solo un giornale satirico ha risposto a tutt’oggi.

Le associazioni ambientaliste dei Vosgi, d’intesa con altri collettivi preoccupati della gestione dei bacini idrici, sono ben coscienti della necessità di muoversi in modo convergente perché la situazione dei Vosgi non è un caso isolato in Francia, in Europa e nel mondo …rispetto a Nestlé ma anche rispetto ad altre aziende estrattive dell’acqua.

Le associazioni ambientaliste chiedono quindi:

  • La rimozione della presidente della Commissione Locale dell’Acqua
  • Una moratoria delle domande di autorizzazione al prelievo presentate da Nestlé e Ermitage
  • La revisione degli scenari possibili tenendo conto delle priorità di utilizzo, e in particolare delle economie da realizzare nel settore industriale
  • Rendere oggetto di dibattito pubblico le diverse fasi del Piano regolatore delle risorse
  • Un maggiore ruolo della società civile nelle fasi di dibattito e di decisione
  • Tutela giuridica del marchio Vittel e Contrexéville essendo noto che a Vergès (Gard) Nestlé aveva minacciato di andarsene portandosi via anche il marchio Perrier.
  • Una più forte attenzione delle autorità pubbliche alla gestione dell’acqua, che deve ritornare ad essere un bene comune e non il privilegio monopolistico di una multinazionale a scopo di lucro.

Collectif eau 88 costituito da Association de protection des Vallées et de Prévention des Pollutions, Oiseaux Nature, Vosges Nature Environnement

collectifeau88 @ gmail.com