La partecipazione del pubblico nella gestione dei servizi per l’acqua in Europa: Berlino

Il Movimento Europeo per l’Acqua (European Water Movement) ha chiesto alle associazioni e ai collettivi che hanno sostenuto il ritorno alla gestione pubblica del proprio servizio idrico locale, di descrivere i meccanismi di partecipazione del pubblico nella gestione del servizio (i meccanismi in essere, quelli in fase di implementazione e quelli programmati) per analizzarne i punti di forza e di debolezza. In questo articolo, Dorothea Härlin del Berliner Wassertisch presenta il caso berlinese.

Dopo la rimunicipalizzazione, la democratizzazione!
Un relazione intermedia sulla democratizzazione del servizio di gestione dell’acqua a Berlino

La società di gestione dell’acqua di Berlino (Berliner Wasserbetriebe – BWB) è tornata ad essere pubblica al 100% a partire dal 2014. Nel 1999, le società private Veolia e RWE ne avevano acquistato il 24,9% ciascuna nel quadro del celebre modello PPP (Partenariato-Pubblico-Privato). Lo scandaloso accordo PPP era stato tenuto segreto, come tutti gli accordi PPP, sino al 2011, quando la vittoria del primo referendum di iniziativa popolare “Unser Wasser” vinto a Berlino lo rese necessariamente pubblico, generando pressioni all'interno del personale politico di Berlino, al punto che le azioni possedute dalla RWE furono riacquistate nel 2012 e quelle possedute dalla Veolia nel 2013. Cosi, la BWB fu totalmente rimunicipalizzata a partire del 2014.

Il prezzo della cessione ha tenuto conto del profitto garantito dal contratto per un periodo di 30 anni e Berlino ha dovuto versare, sia a RWE che a Veolia, gli utili previsti fino al 2028, in contanti, a mezzo di prestito ipotecario sulla BWB per i prossimi trent'anni. Il prestito dovrà essere rimborsato mensilmente dagli utenti sulla base di tasse forfettarie. I Berlinesi sono ancora destinati a subire gli effetti di una privatizzazione ormai conclusa, ora, e per molto tempo ancora.

Nonostante questo, la rimunicipalizzazione della BWB rappresenta un grande successo. Si tratta del primo, importante passo verso il raggiungimento del nostro vero obiettivo: la gestione dell'acqua in quanto bene comune. La rimunicipalizzazione ci permetterà di trasformare la gestione dell'acqua in una cosa diversa da quella che era prima. E perché limitarsi a parlare di un primo passo? Una società ceduta sotto forma di PPP annuncia ottimi profitti sugli investimenti (ed è per questo che le società private investono nel nostro sistema previdenziale). Poiché la struttura generale della società è stata costruita in funzione di questa logica, ritornano sistematicamente le stesse variabili di aggiustamento:

  • abbattimento del costo del lavoro, cioè una riduzione del personale con l’intensificazione del lavoro
  • riduzione degli investimenti
  • aumento dei prezzi per i consumatori

L’ impostazione in questi termini della società ci è stata rivelata soltanto dopo il compimento della rimunicipalizzazione e non potrà essere modificata senza una forte volontà politica. Volontà, che a Berlino manca. Il Senato e l’insieme dei partiti politici, compresa la coalizione attualmente al potere, la SPD, Grüne (i Verdi) e Linke (la Sinistra), intendono trarre il massimo profitto dall’acqua, questo allo scopo di risanare il bilancio di Berlino, fortemente indebitato (soltanto nel 1999, il deficit raggiungeva 35 miliardi di euro ed oggi, i 60 miliardi). E’ proprio contro questo che intendiamo lottare, muovendoci nel rispetto di quanto afferma la parola d’ordine della “Carta berlinese dell’acqua”: l’acqua paga l’acqua. Tutte le tasse pagate sull’acqua debbono essere utilizzate esclusivamente per la produzione e il trattamento dell’acqua. Al momento attuale, una parte del denaro percepito per l’acqua è portato nei bilanci generali di Berlino, cosi, le tasse che paghiamo per l’acqua servono a pagare altre voci di bilancio, per le quali si pagano altre tasse. L’unica soluzione è che la stessa popolazione berlinese che si sollevò nel 2011 manifestando chiaramente il proprio volere in occasione del referendum lo faccia di nuovo per esercitare pressioni. E quindi dopo la riacquisizione, la parola d’ordine deve essere: Dopo la rimunicipalizzazione, la democratizzazione!

Ma cosa significa democratizzazione per la più importante società europea della gestione dell’acqua con circa quattro milioni di utenti ?

Non c’è una chiara risposta a questa domanda e il Berliner Wassertisch è consapevole del lungo percorso che lo attende. Tuttavia, è senz’altro possibile fare alcune costatazioni preventive e porre alcune domande aperte:

  1. La rivendicazione di non percepire profitti sull’acqua è in contrasto con la legislazione berlinese sull’impresa, la quale stipula esplicitamente che le imprese pubbliche di Berlino debbano produrre dei benefici. In altre parole, la legislazione sull’impresa va cambiata. Ma come trasmettere questo messaggio alla popolazione?
  2. Finora non c’è stato alcun partito politico che abbia parlato di volere dare alla popolazione di Berlino una voce in capitolo sulla strutturazione della BWB.
  3. Inoltre, la rivendicazione non è stata nemmeno ripresa dai rappresentanti sindacali della società.
  4. Per molti Berlinesi che hanno votato nel 2011, l’obiettivo è già stato centrato.
  5. Ci congratuliamo dell’ottima qualità della rete di acqua potabile a Berlino. Tuttavia, ciò spiega in parte il motivo della mancanza d’impegno da parte della popolazione, insieme ad altri problemi più pressanti, come l’esorbitante rialzo degli affitti, ad esempio.

Sono soltanto alcuni dei punti che ostacolano la stimolazione di un rinnovato, acceso dibattito sull’acqua con il grande pubblico, passaggio obbligato per qualunque modello di democratizzazione.

Tuttavia, non siamo inattivi, ed è da tempo che la Berliner Wassertisch e il Consiglio berlinese dell’acqua fondato nel 2014 in seguito alla ri-municipalizzazione, discute di vari approcci. Senza dimenticarci che, nonostante la ri-municipalizzazione, servirà del tempo per istituire l’acqua come bene comune.

Anche se l’acqua che esce dai rubinetti è di buona qualità, Berlino deve affrontare grossi problemi relativi all’acqua, sia dal punto ecologico che della sostenibilità. Ad esempio, l’acqua resa potabile è prelevata medianti processi di filtraggio perché le falde acquifere sono troppo inquinate. I canali e i corsi d’acqua di Berlino non soddisfano i criteri di qualità richiesti dalla direttiva quadro europea sull’acqua da tempo e, inoltre, restano esposti al rischio di inquinamento dovuto all’estrazione di lignite nel Sud-Est di Berlino. La gestione di acque pluviali è inesistente.

Resta molto da fare con l’acqua a Berlino quindi, al di là della struttura orientata al profitto della BWB. E’ opportuno partire da angolazioni diverse per sviluppare delle vie più partecipative:

  1. Ristrutturazione dell’organo direttivo della BWB; parità al terzo (società/personale/popolazione) in un nuovo consiglio di amministrazione da costituire.
  2. Istituzione di Consigli cittadini sul modello dei Consigli per il futuro sviluppati dai Professori Leggewie e Nanz.
  3. Sensibilizzazione della popolazione sull’importanza dell’acqua con l’aiuto del progetto “Blue Community” lanciato da Maude Barlow.

Ognuno di questi approcci è da considerarsi come complementare agli altri. Non si tratta quindi di discuterne opponendo gli uni agli altri. Il dibattito è lontano dall’essere chiuso e ringraziamo ogni suggerimento proveniente dall’esterno.

berlin